Traduzione in italiano di Daniele Tarini e Francesca Ugolini

Capitolo 1 - Presentazione

Buongiorno ! Mi chiamo Gerard Purec. Sono nato il 7 ottobre 1948 a Parigi. Sono un traduttore e un musicista.

 

Pratico e studio Buddismo dal 1970. Dal 1982 al 1990 ho vissuto in Giappone dove ho studiato all'epoca Shōkeiji di Sagamihara, una città situata nella prefettura di Kanagawa, confinante con Tōkyō con un monaco della scuola dice Nichiren Shōshū chiamato Jijō-bō Nikken Daitoku, che considero il mio maestro. Al mio ritorno in Francia, ho intrapreso la pubblicazione di un giornale di studio intitolato Le Bouddhisme de l'Ecole Fuji, oltre a compilation che potete trovare sul sito omonimo.

 

Dall'inizio degli anni settanta, molti occidentali si sono interessati al buddismo. Una "religione senza Dio", il concetto era nuovo per loro e molto attraente. Alcuni di loro si rivolsero quindi al Tibet, altri, come me, al Giappone. Tuttavia, la maggior parte fraintendere  la natura del buddismo. Alcuni pensano che sia una tecnica di benessere, un metodo per "rimanere Zen" e questo termine è diventato così di moda che si trova ovunque. Le carte di credito sono diventate "Zen". Le automobili sono "Zen", l'assicurazione è "Zen", molte cose nella vita quotidiana sono diventate "Zen".

Altri encora, pensano di essere già buddisti o addirittura buddisti, perché sono simpatici. Altri ancora pensano che i mantra buddisti siano una specie di formule incantatorie per ottenere benefici immediati: salute, denaro, posizione sociale, amore,..

 

Valori tanto futili quanto illusori che il Buddha possedeva prima di raggiungere l'illuminazione e che ha rifiutato per cercare la verità . E anche se fosse così , il buddismo sarebbe allora solo un'altra religione, una religione tra le altre, una tecnic un po' simile allo Yoga e, alla fine, non più interessante di questa. Il buddismo è chiamato "via interiore" (in giapponese "naidō"), mentre le altre religioni, ideologie e filosofie sono chiamate "via esteriore" (gedō).

 

Confrontare il sentiero interiore e il sentiero esteriore (che in giapponese si chiama Naige sōtai) e fare  la distinzione, è di estrema importanza perché la confusione tra le due fa parlare del buddismo dandogli lo stesso contenuto del sentiero esteriore, o ancora peggio se uno lo studia o lo pratica, perché un trattato afferma

 

"Gli uomini che agiscono in questo modo sono disonorati, perché studiano il buddismo ma appartengono al sentiero esterno".

 

Non conoscere la differenza tra il sentiero interiore e quello esteriore è come un paziente che soffre di colesterolo senza saperlo, al quale un medico somministra un trattamento per combattere il colesterolo, senza dirgli che ha il colesterolo. Il paziente prenderebbe allora il suo farmaco, pur continuando a mangiare salumi, dolci e altri alimenti che sono controindicati quando si ha il colesterolo;Non sarebbe di nessuna utilità. Infatti, il buddismo è l'esatto contrario di tutte le altre religioni, filosofie e ideologie, in quanto propone una visione di sé stessi, degli altri, delle cose dei fenomeni visibili e invisibili raggruppati sotto l'appellativo di "dharma", che è completamente diversa, perché è giusta.

 

Qual è questa differenza? Noi esseri umani ordinari non siamo in grado di percepire la realtà che ci circonda.

 

La neuroscienza ha stabilito che il nostro cervello crea la propria realtà, il proprio mondo, che è distorto principalmente a causa delle caratteristiche del sistema visivo, che ci permette di agire sulla realtà. In una serie di documentari intitolata "Cos'è la realtà?", il dottor David Eagleman conduce gli spettatori in un viaggio straordinario esplorando come il cervello, chiuso nel silenzio e nell'oscurità, senza accesso diretto al mondo esterno, costruisce una realtà multisensoriale ed evoca il mondo ricco e bello che tutti diamo per scontato. Heinz Penzlin, Professore Emerito di Zoologia Generale e Fisiologia Animale all'Università Friedrich Schiller di Jena, afferma nella rivista Cerveau & Psycho n° 101 di marzo 2003:

 

Per la maggior parte delle persone il fatto è ovvio: il mondo esiste come un dato crudo e oggettivo, non importa come lo guardi. Il cielo è blu, la neve è fredda, la rosa nella mia mano ha un dolce profumo e il canto dell'usignolo è incantevole. Tuttavia, gli esperimenti di neuroscienze rivelano che il cervello non fornisce una fotografia del mondo esterno: la sua visione è una costruzione. L'essere umano, come gli altri animali, vive in un mondo proprio, quello delle sue percezioni parziali. Dov'è la realtà? Ci sono probabilmente tante realtà quante sono le specie animali e i modi di percezione". Quello che i neuroscienziati hanno capito e dimostrato dopo lunghe ricerche ma che rimane ancora a livello di teoria scientifica, Shakyamuni Buddha lo ha sperimentato, vissuto fisicamente e spiritualmente. Raggiungendo l'illuminazione (Buddità), Siddharta Gautama, il fondatore del buddismo, che è chiamato il Buddha (l'illuminato), ebbe un'esperienza unica. Ha sperimentò l'assoluto. Immediatamente si liberò di tutte le dualità, di tutte le nozioni illusorie che noi esseri communi prendiamo per realtà e quindi di tutta sofferenza inerente al ciclo della vita e della morte. Una volta raggiunta l'illuminazione, il Buddha aveva un solo obiettivo, fare in modo che tutti la raggiungessero a loro volta Questo è ciò che dice chiaramente nel sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, La longevità del Così-Essere:

 

"Ogni volta faccio questa riflessione come condurre gli esseri ad entrare nella Via senza un superiorità e realizzare rapidamente il corpo del Buddha".

 

Ora, questo risveglio del Buddha, in altre parole la visione del vero aspetto, delle cose, non è affatto facile da apprendere. Lo dice lui stesso nel secondo capitolo del Sutra del Loto, sempre, i Mezzi:

 

"Ciò che il Buddha ha portato a compimento è la Legge primordiale e rara, difficile da comprendere. Solo un Buddha può, con un altro Buddha, scrutare perfettamente il vero aspetto dei dharma."

 

Nel corso di questi video discuteremo il contenuto del risveglio del Buddha, il processo attraverso il quale noi esseri umani ordinari percepiamo il mondo esterno e lo distorciamo, il che causa tutte le nostre sofferenze, come anche noi possiamo risvegliarci al vero aspetto delle cose e vedere la vera realtà, cioè diventare Buddha.

 

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